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 08-02-2006 [Italia]
Italia, Cassazione:gli immigrati da espellere vanno riaccompagnati alla frontiera

Se un immigrato a cui sia già stato notificato un primo ordine di espulsione dall’Italia non lascia il territorio, deve essere accompagnato fisicamente alla frontiera dalla forza pubblica. E’ quanto sostiene la sezione prima della Corte di Cassazione italiana, respingendo il ricorso che metteva in discussione la legittimità della sentenza con cui il Tribunale di Brescia aveva assolto un immigrato processato tre volte di seguito per non aver lasciato il paese dopo ripetuti ordini di rimpatrio. Il giudice monocratico aveva motivato la sua decisione affermando che se il cittadino espulso non abbandona il territorio nazionale, al secondo decreto di rimpatrio tocca alla polizia provvedere all’espulsione coattiva, giacché non ci si dovrebbe appellare una seconda volta alla spontanea osservanza dell’ordine da parte dell’immigrato irregolare. Qualora la forza pubblica non intervenga, il secondo e gli eventuali successivi provvedimenti emessi nei confronti del clandestino non sarebbero legittimi e violarli non costituirebbe reato. La Corte di Cassazione ha approvato quest’interpretazione della legge, che scongiurerebbe l’emissione di decreti di espulsione a catena e i relativi molteplici processi intentati contro gli immigrati irregolari che non ottemperano all’ordine di espulsione della questura. Attualmente sono molti infatti i cittadini stranieri che, come Alì Omar, sottoposto a tre processi dai giudici palermitani, vengono arrestati e processati più volte per non aver lasciato l’Italia dopo la notifica dell’ordine di espulsione.

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