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 23-01-2006 [Notizie dal mondo]
Ue: una rete web contro l’immigrazione illegale e attuazione della direttiva del 25/11/03

D’ora in poi anche Internet costituirà un’arma a disposizione della Commissione Europea per il contrasto dell’immigrazione illegale. Diventa operativa infatti la rete web di informazione e coordinamento (Iconet) per la gestione del fenomeno migratorio nei paesi della Ue, la cui istituzione era stata stabilita dal Consiglio Europeo il 16 marzo 2005 (2005/267/CE) per favorire la lotta all’immigrazione clandestina e alla tratta di esseri umani. Come ha spiegato il vicepresidente della Commissione Europea e commissario per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza Franco Frattini, la rete blindata servirà in particolare per lo scambio di informazione di tipo strategico, tattico ed operativo sui flussi migratori; potranno così circolare più velocemente i dati, raccolti dai funzionari del settore anche dislocati all’Estero, che facciano presagire nuove ondate di clandestini sulle coste europee, modificazioni delle rotte di scafisti e trafficanti, ecc. I funzionari che si occupano di immigrazione potranno interagire e cooperare più facilmente ma non sarà ancora possibile diffondere dati personali sui clandestini, anche a causa di limitazioni giuridiche.
Sono entrate in vigore intanto le norme attuative della direttiva 2003/109/CE sui diritti dei cittadini dei paesi terzi, approvata all’umanità il 25 novembre 2003 al fine di garantire agli immigrati regolari che vivono stabilmente da anni nella Ue parità di diritti e trattamento rispetto ai cittadini europei in alcuni importanti settori economici e sociali, come l’assistenza sociale e sanitaria, gli alloggi, il lavoro, ecc. La direttiva istituisce un nuovo status, quello di “soggiornante di lungo periodo”, categoria in cui rientrano gli immigrati che risiedono regolarmente in uno degli stati dell’Unione Europea da almeno cinque anni, hanno un reddito sufficiente e godono già dell’assicurazione contro le malattie; il provvidimento dovrebbe riguardare ben dieci milioni di cittadini. Tuttavia finora hanno applicato le nuove norme, notificando alla Commissione Europea le loro misure di attuazione, soltanto l’Austria, la Lituania, la Polonia, la Slovenia e la Slovacchia. Escludendo Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca, che possono non uniformarsi alla politica comune sull’immigrazione e non si adegueranno alla nuova normativa, gli altri paesi rischiano ora di essere richiamati dalla Ue per il ritardo, innanzi tutto con l’invio di lettere ai relativi governi. Secondo la Commissione i differenti tempi di attuazione della direttiva potrebbero risultare problematici: secondo le nuove disposizioni infatti, i soggiornanti di lungo periodo dovrebbero potersi spostare liberamente in tutti gli stati membri per lavorare, studiare e altri motivi ancora, senza restrizioni dovute alla lentezza nella trasposizione della normativa negli ordinamenti nazionali.

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