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 11-11-2005 [Notizie dal mondo]
Francia: il coprifuoco rallenta la rivolte delle banlieue

E’ in lento miglioramento la situazione delle periferie francesi, in rivolta dal 27 ottobre. Le auto bruciate durante la notte ammontano a 463, un numero non molto dissimile rispetto a quello della notte tra il 9 e il 10 novembre, ma molto lontano dal dato registrato domenica scorsa, quando nelle banlieue i roghi di autovetture furono ben 1400. Le misure d’emergenza adottate dal governo francese starebbero riportando quindi progressivamente la normalità nelle strade delle città francesi. L’episodio che ha dato il via agli scontri nella periferia parigina in una sommossa poi allargatosi a circa altre 300 città e distretti, è stata – come è noto – la morte di due ragazzi di origine maghrebina, fulminati da una scarica elettrica mentre cercavano di sfuggire alla polizia nel distretto di Clichy sous Bois, in un quartiere nord-orientale di Parigi. Tuttavia, secondo tutti gli analisti, ovviamente si sarebbe trattato solo di un “casus belli”: le ragioni più profonde dei disordini tuttora in corso in Francia andrebbero cercate in problemi strutturali di ben più vasta portata, che caratterizzerebbero la società transalpina. Nella nazione di Jacques Chirac e all’estero i commentatori si dividono però tra quanti interpretano la rivolta come una ribellione generale delle fasce più povere della popolazione, indigene o straniere che siano, ai gradini più bassi della stratificazione sociale, e quanti mettono l’accento invece sulla percentuale di musulmani presenti nelle bande dei giovani coinvolti nei disordini. Costoro ritengono in questo modo le violenze di questi giorni come una conseguenza dell’inadeguatezza dei rapporti instaurati fra i cittadini francesi e la popolazione islamica. Quella che è stata ribattezzata “l’intifada francese” pertanto potrebbe avere avuto origine a causa di responsabilità condivise da entrambi le parti in causa: non manca infatti chi evidenzia la pericolosità dei ghetti e dell’isolamento socioculturale degli immigrati, voluto o imposto. Per fare fronte alla situazione, il governo francese ha rispolverato i provvedimenti speciali messi a punto nel 1955, durante la guerra d’Algeria. Come preannunciato nel corso del telegiornale di Tf1, il premier Dominique de Villepin ha proclamato infatti uno stato d’emergenza che sarà in vigore fino al 20 novembre. Dopo tale data, il Parlamento francese discuterà di un’eventuale proroga delle disposizioni straordinarie. In 25 province francesi ora è consentito mantenere il coprifuoco dalle 21 all’alba, proibendo la circolazione ai ragazzi con un’età minore di 16 anni, se non accompagnati da adulti; vietati sono inoltre gli assembramenti per strada, mentre sono consentite perquisizioni ad ogni ora nelle case dei sospetti. Il programma governativo prevede anche, una volta ristabilito l’ordine nelle strade cittadine, l’adozione di misure economiche in favore delle periferie più disagiate della nazione. Sarà creata infatti un’agenzia per l’uguaglianza delle opportunità; a gennaio invece migliaia di insegnanti e di assistenti sociali saranno inviati nelle banlieu più povere. L’apprendistato sui posti di lavoro sarà possibile poi già all’età di 14 anni, contro gli attuali 16. Il governo di Villepin cercherà infatti di ridurre le discriminazioni e le sperequazioni, ma soprattutto si propone di provvedere ad una più proficua integrazione all’interno del tessuto socioeconomico della nazione dei giovani, che in questi giorni sono i principali protagonisti degli atti vandalici notturni. Ai loro genitori nel frattempo ha rivolto ieri un appello il presidente Chirac nel corso del vertice franco-spagnolo, ricordando le loro responsabilità nei confronti dei figli.
Le nuove disposizioni hanno ricevuto la piena approvazione dell’Union pour un mouvement populaire (Ump), il partito di Villepin, e l’appoggio con riserva dei liberali dell’Union pour la démocratie française (Udf) e dei socialisti, per i quali ammettere la necessità di un inasprimento dei controlli polizieschi per il ripristino dell’ordine pubblico rappresenta un non irrilevante smacco. Lo stato di emergenza è stato fortemente voluto anche dall’estrema destra del Front National; contraria ai provvedimenti invece l’estrema sinistra dei comunisti e dei verdi. Massima allerta intanto oggi e nel prossimo week-end in occasione dell’anniversario dell’armistizio della prima guerra mondiale: in tutta la Francia 12000 agenti cercheranno di assicurare che le celebrazioni si svolgano in tutta sicurezza. Nei giorni ordinari il dispositivo antisommossa comprende comunque attualmente 9500 persone: agli 8000 poliziotti già in servizio per arginare la rivolta nelle banlieue sono stati infatti affiancati 1500 tra riservisti, poliziotti e gendarmi.

Jole Silvia Imbornone
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