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 18-10-2005 [Notizie dal mondo]
Il CARIM presenta il Mediterranean Migration 2005 Report

L’Euro-Mediterranean Consortium for Applied Research on International Migration (CARIM) ha presentato oggi a Bruxelles un rapporto annuale intitolato “Mediterranean Migration – 2005 Report” che per la prima volta non analizza la composizione della popolazione dell’Occidente o in generale dei paesi di destinazione dei movimenti migratori, ma focalizza l’attenzione sulla situazione del Mediterraneo, esaminato come paese di origine e transito, nonché come meta delle migrazioni.
L’organismo, creato dall’Ufficio di Cooperazione Europe-Aid della Commissione Europea nel febbraio 2004 nell’ambito del progetto MEDA per la cooperazione euroafricana per lo sviluppo dei paesi del Mediterraneo e la gestione di fenomeni come i flussi migratori e l’integrazione degli immigrati, è formato da un’unità centrale di coordinamento, che ha come sede l’Istituto Universitario Europeo di studi avanzati “Robert Schumann” di Firenze e a cui fa capo l’equipe di studiosi dislocati in vari paesi del Mediterraneo per svolgere le ricerche del caso. La relazione è stata ultimata anche grazie all’apporto di esperti esterni e si concentra su dieci paesi del Medio-Oriente e del Nord-Africa, ovvero Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia e Turchia. Nel rapporto curato dal CARIM risulta che solo meno della metà degli emigranti si trasferisce da questi paesi in Europa, che comunque resta la meta più gettonata. Al secondo posto tra i paesi di destinazione scelti dai migranti del Mediterraneo ci sono la Libia e i paesi del Golfo, mentre al terzo si collocano Stati Uniti e Canada, nuovi paesi di arrivo in cui tuttavia si reca un numero molto minore di immigrati mediorientali e nordafricani.
Per quanto riguarda invece le tipologie di immigrati, la più comune resta quella degli operai non qualificati o specializzati, ma emerge anche una nuova categoria, quella dei lavoratori altamente specializzati, anche in campo scientifico ed intellettuale. Importante è poi un dato registrato dalla ricerca: nei paesi analizzati sembra in atto un’inversione di tendenza, che li rende non solo bacini in grado di alimentare i flussi migratori, ma anche paesi d’accoglienza di nuovi migranti. Nella relazione si sottolinea pertanto la necessità per questi stati di sviluppare politiche di tutela dei diritti umani degli immigrati e di gestione e regolamentazione dei flussi legali e illegali di migranti anche in entrata, al fine di evitare catastrofi umanitarie e situazioni emergenziali come quella verificatasi in questi giorni nell’enclave spagnole in Marocco.
Il “Mediterranean Migration – 2005 Report” è disponibile nel sito del CARIM.

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