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 16-09-2005 [Italia]
L’ispezione degli europarlamentari trova solo 11 immigrati nel centro di Lampedusa

La delegazione di 12 europarlamentari di varia nazionalità, giunti come annunciato a Lampedusa per verificare le condizioni di vita degli immigrati e raccogliere informazioni sulle espulsioni verso i territori libici, ha trovato nel centro di prima accoglienza siciliano solo 11 immigrati. La visita ispettiva in Italia, che fa parte di un più generale programma di controlli nei centri europei di permanenza temporanea per gli immigrati irregolari, è cominciata il 14 alle ore 16 ed è proseguita nella giornata di ieri. Alcuni deputati di centro-sinistra, tra cui gli italiani Claudio Fava (Democratici di sinistra)e Giusto Catania (Rifondazione comunista), hanno espresso delusione e irritazione sull’esito della verifica, ipotizzando un’opera di ripulitura del centro in vista dell’arrivo dei rappresentanti del Parlamento Europeo. Diversi europarlamentari hanno lamentato poi l’impossibilità di consultare dei documenti che attestino il numero di immigrati clandestini transitati nel centro e poi rimpatriati. Il leghista Mario Borghezio ha invece sottolineato la qualità dell’accoglienza offerta agli immigrati; il centro di Lampedusa agli occhi dei eurodeputati guidati da Stefano Zappalà (Ppe-Forza Italia) è infatti risultato ordinato e pulito.
L’Arci, nella persona del suo responsabile per l’immigrazione Filippo Miraglia, ha approfittato intanto dell’occasione per consegnare ieri ai parlamentari europei un dettagliato dossier contenente i dati raccolti dall’associazione in tre mesi e mezzo di permanenza sull’isola. Avvocati, operatori e interpreti dell’Arci avrebbero infatti monitorato gli sbarchi ed effettuato varie visite al centro di Lampedusa, ascoltando la viva voce degli immigrati. Solo nel mese di agosto e nelle prime settimane di settembre sarebbe giunti a Lampedusa secondo l’organizzazione 1801 immigrati, smistati poi nei centri di Bari, Crotone, Porto Empedocle o portati in Libia. L’Arci denuncia che molti immigrati vedrebbero calpestato il proprio diritto all’asilo, alla difesa, salute, nonchè ad un trattamento decoroso. Miraglia e i suoi hanno chiesto una volta in più il superamento dell’ipocrisia del sistema della chiamata nominativa, che prevede l’assunzione di immigrati che non abbiano ancora messo piede nel territorio italiano, a favore dell’istituzione di un permesso di soggiorno per la ricerca di lavoro. Del centro di Lampedusa invece l’Arci chiede nello specifico la chiusura e la sua sostituzione con un centro di accoglienza a porte aperte, in cui siano garantite agli immigrati informazione ed assistenza.

Jole Silvia Imbornone
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