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 22-06-2004 [Progetti In Corso]
I DIALOGHI DI TRANI

I DIALOGHI DI TRANI
Tre giorni di incontri intorno ai libri
24 -25–26 settembre 2004


Il progetto

Il dialogo è un discorso tra due o più persone “basato sulla disponibilità al chiarimento, all’intesa. Un confronto che esprime un atteggiamento di reciproca comprensione, basato sul desiderio di capire e farsi capire” (così il vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli).
I dialoghi di Trani vogliono mettere a confronto persone di diverso orientamento e di diversa provenienza, intorno ai libri. In un tempo caratterizzato dall’esasperazione dei discorsi pubblici, dalla radicalità sincopata dei messaggi televisivi, dalle faziosità degli opposti in diversi ambiti, i dialoghi di Trani vogliono tornare a usanze antiche. Quando sul corso principale della città, nelle sue piazze, nei caffè e nelle trattorie, si discorreva a lungo, con passione ma anche con reciproca curiosità sugli argomenti più vari.
Per un fine settimana la città di Trani ospiterà i più diversi dialoghi, temi legati alla società e agli individui sostenuti da autori con posizioni opposte, e comunque con differenti punti di vista. Filo conduttore il libro come base di partenza per la discussione. Un singolo libro o due libri a confronto un libro ancora da stampare, o un classico: le formule potranno variare nell’ambito del dialogo tra due persone, sollecitate da un giornalista.
Un dialogo che gradualmente si farà corale, coinvolgendo tutti gli autori invitati, gli ascoltatori, gli abitanti di Trani e chi verrà da fuori, i ragazzi delle scuole e i lettori adulti e, perché no, anche i non lettori, attratti dai temi in discussione.
Dialoghi e non solo: il libro costituirà il punto di partenza anche per tavole rotonde, presentazioni.
Gli incontri si apriranno venerdì mattina, si svolgeranno nella giornata di sabato e si chiuderanno nella serata di domenica.
Intorno ai dialoghi si terranno altre iniziative volte a valorizzare le qualità del territorio pugliese: itinerari storico-artistici, musica, spettacoli teatrali, mostre, degustazioni di specialità enogastronomiche. Il tutto in un equilibrio tra identità locale e ambizione nazionale della manifestazione, che punta a trovare un suo spazio autonomo nella vita culturale italiana sia per il rilievo dei temi affrontati sia per il livello delle persone coinvolte.

Gli obiettivi

I Dialoghi di Trani nascono dalla pluriennale attività in campo culturale dell’associazione La Maria del porto e si configurano come il naturale esito di dieci anni di incontri con l’autore (il “Progetto Lettura , patrocinato e sostenuto dall’Amministrazione Comunale). Sono stati resi possibili grazie all’incontro della suddetta associazione con i Presidi del libro, voluti dall’editore Giuseppe Laterza e tesi alla diffusione della lettura in tutte le sue forme. I Dialoghi conseguono le finalità qui elencate:

- Promuovere una manifestazione culturale, sfruttando la singolarissima e straordinaria cornice di Trani, al fine di valorizzare le risorse storico-artistiche ed economiche della città e del territorio, favorendo fra l’altro l’incremento del flusso turistico culturale anche oltre i tradizionali periodi.


- Sviluppare un forte coordinamento tra i soggetti operanti a vario titolo sul territorio (Enti locali – Scuole – Università – Soprintendenze – Imprenditori – Associazioni – Cooperative – Gruppi no profit – Ristoratori – Albergatori) per sperimentare nuove forme di partecipazione e motivazione dei cittadini nei confronti della promozione culturale.


- Stimolare l’attenzione degli imprenditori che operano sul territorio, sulle opportunità derivanti dai rapporti sinergici tra economia e cultura, offrendo alle aziende la possibilità di sperimentare nuove forme di comunicazione e promozione della propria immagine.

- Coinvolgere le Istituzioni, l’Università, le Soprintendenze che, in quanto custodi del patrimonio culturale ed artistico, svolgono un ruolo chiave nel rendere la cultura fattore di crescita e sviluppo.


Per la prima e seconda edizione “I Dialoghi di Trani” hanno ricevuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio della Regione Puglia, della Sovrintendenza BAP e PSAD della Puglia, della Città di Trani, il contributo della Regione Puglia e della Città di Trani.


L’edizione 2004 sarà più ampia della precedente: più incontri, anche nella forma di presentazioni di libri, tavole rotonde, letture poetiche.
Sarà dato ampio rilievo alla manifestazione da parte della stampa locale e nazionale (La Repubblica, Il Corriere della sera, Il Sole 24ore etc.) e dalle televisioni.
Nelle tre giornate saranno affrontati vari temi da un’angolazione insolita e soprattutto da punti di vista differenti.


I DIALOGHI DI TRANI 24 -26 settembre 2004



CONFINI

Chi non ha provato un attimo di incertezza, di timore, di ansia nel porgere a una guardia confinaria i propri documenti? Chi non si è sentito almeno una volta indifeso, quasi in balia di mani ignote e forse nemiche, una volta superata la terra di nessuno, di fronte al poliziotto di una nazione che non era la sua?
Oggi il concetto, l'esperienza stessa del confine sta cambiando. Le frontiere con gli stati della Comunità Europea sono state abbattute; non ci sono semplicemente più. L'ingresso di nuovi dieci paesi, tra pochi mesi, abbatterà altre frontiere e allargherà lo spazio dove potremo circolare liberamente senza dover mostrare un passaporto. Nello stesso tempo ci sono confini ancora temibili, che separano territori segnati dalla violenza: terribili conflitti continuano a insanguinare la terra, dal medio all'estremo Oriente, all'Africa.
Il drammatico decennio scorso, che ha travolto la fisionomia politica e l'esistenza di milioni di uomini e donne nella ex-Yugoslavia, ha posto d’altra parte limiti e problemi all'illusorio sogno di raggiunta armonia e benessere prevalente tra gli europei occidentali. In particolare per chi abita in Italia, quella che a lungo era stata considerata quasi esclusivamente una costa di fronte a un'altra - e quella aldilà identificata con paesi di socialismo reale e località di vacanze - è diventata in poco tempo una zona di confine separata dal mare che successive guerre interne, stupri di massa, pulizie etniche, governi dittatoriali, trasformavano in un territorio percepito come altamente minaccioso: una zona marginale e densa di insidie per l'Europa benestante.
Attualmente il termine confine ha dunque un'accentuata fisionomia bivalente: da una parte rinvia al superamento delle frontiere degli stati nazionali (migrazioni e politiche economiche e finanziarie); dall'altra alla moltiplicazione di esclusioni e di violenze in nome di invalicabili linee di demarcazione.
Questa duplice natura condiziona i comportamenti individuali e le politiche dei governi in due direzioni contrapposte e confliggenti, di sconfinamento e di chiusura allo stesso tempo. Ciascuna/o di noi si trova oggi sottoposta/o a una doppia pressione: a soddisfare l'invito incessante a oltrepassare i confini, a essere flessibili e a viaggiare (su Internet o in giro per l'Europa unita) per un verso; ma anche a chiudersi entro i propri limiti, a non mescolarsi, a tagliar fuori chi non è visibilmente simile, l'altro/a.
I confini, tutti i confini, sembrano spostarsi continuamente senza alcuna linearità: i processi della globalizzazione a livello economico sembrano tendere verso la loro eliminazione, ma poi essi vengono riproposti per fermare i flussi migratori, per qualificarli e regolarli; a volte, poi, divengono barriere per frenare connessioni eversive o rivoluzionarie o malavitose. Le innovazioni tecnologiche accomunano nella produzione e nella fruizione interi continenti, ma al loro interno, all’interno delle loro stesse città, si riaprono fra i diversi gruppi, dalle identità sempre più fluide e instabili, lacerazioni dolorose e vistose distinzioni.
Dunque, cosa rappresenta un confine, all'inizio del terzo millennio? E' un concetto in via di revisione, di ridimensionamento, o ha ancora forti valenze ed esprime valori ancora vitali?
L’idea di confine comporta il riconoscimento di una diversità, della dignità di una comunità e di un'etnia. Può essere non tanto uno strumento per separarci da altri popoli e altre comunità quanto una pacifica rivendicazione di autonomia culturale, etnica e linguistica.
Una frontiera può segnare una sovranità convenzionale, oltre la quale però ci sono possibilità di incontro, comprensione e solidarietà.
D'altronde l’eliminazione delle barriere confinarie ci dà la sensazione che si possano mettere in discussione le nostre identità nazionali, e che possano produrre, in futuro, la disgregazione delle nostre tradizioni locali.
Frontiere e identità nazionali spesso coincidono; più forte è la sensazione di avere un patrimonio condiviso, meno necessarie sono le frontiere.
Mentre si delineano nuove entità sovranazionali e la globalizzazione rende il mondo più piccolo e più unito, il nostro desiderio di rivendicare e tutelare lingue, tradizioni e culture forse ci induce a temere che l'abbattimento delle frontiere internazionali abbia come risultato la perdita della nostra identità, e che una nuova, ma ancora incerta, libertà può essere vissuta come quello che farà scomparire antiche, più tradizionali, libertà consolidate.

I dialoghi tra coppie di studiosi, scrittori e letterati, la presentazione dei alcuni volumi e la messa in scena di alcuni spettacoli si propongono di affrontare questi temi il 24, 25 e 26 settembre 2004.

In questi incontri ci interrogheremo sulla nuova realtà dei confini e dei nomadismi alla luce non solo dell’attuale situazione geopolitica, ma anche delle intuizioni e degli svelamenti di cui sono capaci le scienze e le arti.


Argomenti dei Dialoghi:

. Fisicità delle frontiere
Cosa comporta l’abbattimento dei confini fisici, conseguente alla costituzione della Comunità europea ? Come ha cambiato il modo di vivere dei soggetti coinvolti? Cosa accadrà con l'abbattimento di un confine fino a ieri identificato con la cortina di ferro, tra l'Italia e la Slovenia?

. Facilità degli scambi

La maturazione del sistema di mercato stimolata dalla globalizzazione e dal superamento delle frontiere economiche non è priva di rischi. Viviamo in un universo economico più vasto, nel quale la competizione è più forte e le aziende nazionali troppo piccole rischiano di essere acquistate da capitali stranieri e anche chiuse, malgrado la loro competitività, se inutili ai grandi gruppi multinazionali. Siamo pronti al confronto?


. Confronto fra differenti culture
Quando vengono meno i confini e si riduce l’autonomia economica quanto rischia di venir meno l’autonomia intellettuale? Come si difendono le culture, le tradizioni e le lingue nazionali? Esistono strumenti adatti senza essere invadenti divieti al naturale svilupparsi di nuovi orizzonti culturali?

. I Balcani
Mentre l'adesione alla comunità europea di Slovenia e Croazia sembra garantire una pacificazione nel Settentrione dei Balcani, il Meridione resta una zona di conflitti molto forti, i cui confini rischiano di essere ridisegnati a macchia di leopardo lasciando enormi problemi irrisolti. La pacificazione della regione può sopravvivere alla tutela delle forze internazionali? E quanto la questione tocca la Puglia, separata dai Balcani da uno stretto braccio di mare?

. Il Mediterraneo
C'è un confine che corre lungo tutto il territorio italiano, e in particolare del nostro Meridione, apparentemente tranquillo, ma in realtà contrassegnato da forti contraddizioni: è il Mediterraneo, che ci mette in rapporto quasi diretto con i paesi del Nord Africa, dove una transizione verso forme di governo democratiche e sistemi sociali più liberali stanno facendosi strada in mezzo a pesanti contraddizioni.

. Il Medioriente
Ancora il Mediterraneo, questa volta orientale. Il conflitto arabo-israeliano e la mancata attuazione della road map sono un elemento di instabilità che va ben oltre la regione, che riguarda tutti i paesi europei e gran parte degli equilibri mondiali. Dall'11 settembre 2001 all'11 marzo 2003 abbiamo capito che, anche se lo scenario è più ampio, indirettamente è da qui che traggono origine i conflitti più significativi che stiamo vivendo.

. Sconfinamenti
Confini reali e immaginari e nomadismi contemporanei


Il volontariato senza confini e frontiere (Medici senza frontiere/Emergency/Cuamm medici con l’Africa). Chi sono questi missionari della salute?Perché scelgono di essere invisibili , sempre “altrove” rispetto ai confini del loro territorio di appartenenza storico-sociale-culturale? Cosa li spinge ad avvalersi del difficile “privilegio” di essere fuori confine?

Arte sperimentale ed arte di consumo : esiste oggi un confine?
Dalla strategia delle due culture (alta e bassa) e dei due tipi di pubblico (raffinato e popolare ) alla produzione di un’unica cultura di massa, rivolta ad un pubblico omogeneo, unificato dai mass media : la nuova grande “fratellanza” televisiva.


Curatore scientifico: Piero Dorfles

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