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 27-06-2006 [Italia]
Caritas: 500.000 immigrati irregolari in Italia. Amato: ripensare i cpt

Sarebbero 500.000 gli immigrati illegali in Italia, a fronte di oltre tre milioni di immigrati regolari: è quanto emerge dal rapporto realizzato dall’equipe del centro di studi e ricerche Idos, in collaborazione con la Caritas e il Ministero dell’Interno nell’ambito del programma European Migration Network(EMN) della Commissione Europea. Il volume, intitolato “Immigrazione irregolare in Italia”, è stato presentato oggi a Roma. In crescita risultano sia gli sbarchi sulle coste italiane, che con l’intensificarsi dei controlli a Ceuta e Melilla sono passati da 13.635 (2004) a 22.939 (2005), sia i clandestini trattenuti nei Centri di permanenza temporanea: nel 2005 gli immigrati ospiti dei cpt sarebbero stati 16.163 contro i 13.863 del 2004 e i 15.647 del 2004. Le spese che tali strutture comportano non sarebbero indifferenti: secondo i dati della Corte dei Conti, nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2004, i cpt sarebbero costati 30.440.753 euro. In generale poi per il contrasto dell’immigrazione illegali in Italia (rimpatri,ecc.) nel 2004 si sarebbero spesi 115,5 milioni di euro, pari a circa 316.000 euro al giorno. Le misure adottate non sarebbero però sufficienti: nel 2005 sarebbero stati rimpatriati circa 26.985 immigrati su 117.000 irregolari, che in percentuale rappresentano appena un 44%. Come ha sottolineato il coordinatore del Dossier statistico sull’immigrazione Caritas/Migrantes, Franco Pittau, non va assolutamente propagandata un’equazione tra immigrati e delinquenti: i cittadini stranieri che si trasferiscono nel paese, sempre più spesso dotati di un livello di istruzione medio, sarebbero invece una risorsa ormai indispensabile per l’economia del paese: lo dimostrano due dati molto significativi, la percentuale di immigrati regolarizzati che hanno un lavoro (già nel 1998 era del 92%, contro il 68,5 del 1986) e il numero di domande di lavoro che con i decreti flussi non si è riusciti a soddisfare: nel 2006 le domande inevase sono state ben 314.000, contro i 170.000 posti a disposizione. Pittau ha sottolineato pertanto la necessità di adeguare le quote alle reali esigenze del mercato del lavoro, combattendo al contempo il lavoro nero, che le ispezioni rivelerebbero sempre più diffuso. Il direttore della Caritas, mons. Vittorio Nozza, ha evidenziato d’altronde che a poco servirebbe mitizzare e quindi migliorare i controlli al livello frontaliero, mentre l’obiettivo da realizzare sarebbe quello di “tolleranza e legalità: da zero al 100%”, ripensando il meccanismo delle espulsioni e dei rimpatri coatti e favorendo i meno costosi e più efficaci rientri assistiti. Non risolutivi sarebbero d’altronde gli stessi cpt, da cui un quinto degli immigrati sarebbe dimesso senza risultati, scaduti i 60 giorni autorizzati di trattenimento; in tali centri andrebbero perlomeno garantiti i diritti delle persone che vi si trovano a transitare. Secondo il presidente vicario del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, il prof. Giorgio Alessandrini, andrebbe modificata pertanto la stessa legge Bossi-Fini, che avrebbe promosso una visione temporanea dell’immigrazione e reso precarie le condizioni lavorative degli stranieri. Il sottosegretario alla Solidarietà Sociale Cristina de Luca ha ricordato alcune proposte del nuovo governo di centrosinistra, quali la programmazione triennale dei flussi, con una maggiore elasticità in merito alla determinazione delle quote annuali, la riduzione dei tempi necessari per il rinnovo del permesso di soggiorno e un tavolo di lavoro per ridefinire la legge sulla cittadinanza. Come annunciato dal ministro alla Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, il nuovo rappresentante del Viminale, il ministro Giuliano Amato, si è intanto impegnato a varare un nuovo decreto flussi che possa coprire le domande regolari giunte in numero superiore ai 175.000 ingressi previsti. Per quanto concerne i Centri di permanenza temporanea, Amato ha precisato che va modificata la loro gestione, ma ne resta confermata l’utilità; è stata stabilita infatti la creazione di una commissione di ispezione composta da esponenti del mondo del volontariato e da personaggi illustri, per cui si è proposta la presidenza di De Missura. La candidatura avrebbe già ricevuto il beneplacito dell’ufficio legale delle Nazioni Unite e si sarebbe in attesa ora dell’autorizzazione ufficiale di Kofi Annan. I centri restano però ineliminabili – ha continuato il ministro nel suo intervento presso la commissione Affari Costituzionali del Senato – per l’identificazione e il rimpatrio degli immigrati irregolari. Non è possibile infatti, secondo Amato, dare il via libera ad ingressi illegali senza respingimenti, che alimenterebbero soltanto i traffici organizzati dalla criminalità organizzata e aumenterebbero il numero di vittime dei viaggi rischiosi dei clandestini. Il ministro dell’Interno ha così ricordato la sofferenza di tanti immigrati, da quanti perdono la vita attraversando il deserto libico alle madri di famiglia che si imbarcano sulle carrette del mare con i loro bambini. Immediata la replica del capogruppo del Prc al Senato, Giovanni Russo Spena, che apprezza che le parole di Amato dimostrino consapevolezza del dolore dei migranti, ma afferma che quando ci sarà una legge organica sul diritto di asilo, si provvederà alla regolarizzazione degli immigrati che lavorano in Italia e all’istituzione di un permesso di soggiorno per la ricerca di lavoro, i cpt saranno inutili.

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