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 06-06-2006 [Italia]
Italia: Cassazione: no all’arresto dei clandestini che non lasciano il paese

Gli immigrati irregolari non possono essere arrestati qualora più volte si rifiutino di ottemperare al provvedimento di espulsione emesso nei loro confronti della questura. E’ quanto afferma in Italia la sentenza 19436/06 della prima sezione penale della Cassazione, firmata dal giudice De Nardo e depositata oggi, che annulla l’arresto di un’immigrata ventiduenne. La giovane era stata condannata alla pena di otto mesi di reclusione a Bologna, per non aver lasciato l’Italia dopo il terzo ordine di espulsione. Anche il Tribunale della libertà aveva confermato la precedente sentenza, negandole ogni revoca della misura cautelare, con la motivazione che l’immigrata era recidiva e non aveva nemmeno un’abitazione stabile presso cui poter scontare la pena. Nella speranza di poter ancora vedere la sua pena commutata in arresti domiciliari, Isabel aveva allora impugnato l’ordinanza del riesame e si era appellata alla Corte Suprema di Cassazione; gli “ermellini” le hanno invece restituito inaspettatamente la libertà e hanno inoltre stabilito che la legge Bossi-Fini sull’immigrazione ( D. Lgs. 286/98 ) non prevede il carcere in questi casi: dall’ultima parte del comma 5ter dell’articolo 14 si evincerebbe infatti che secondo l’intenzione del legislatore il cittadino straniero entrato clandestinamente nel paese e rifiutatosi di abbandonarlo, come impostogli dal provvedimento di espulsione, può solo essere accompagnato alla frontiera dalle forze dell’ordine, o tutt’al più, qualora ciò non fosse possibile, può essere trattenuto in un centro di permanenza temporanea, finché non sia accertata la sua identità e nazionalità e possa essere messo in atto il rimpatrio.

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